Siamo fermi al 1998

Perché di eBook ce ne sono tanti, diversi e con potenzialità quasi infinite. Come sempre voglio essere chiaro: la digitalizzazione del cartaceo non mi interessa. Ma è questo il panorama che si presenta oggi in Italia. eBook fotocopie del cartaceo, senza troppi margini di miglioramento. Fermi al 1998, molti editori non cambiano le carte in tavola. Perché?

eBook. Il problema del formato

Delineati negli articoli precedenti alcuni degli aspetti fondamentali sulla storia dell’idea del libro elettronico, sui dispositivi di lettura e sul loro sviluppo, collegatone poi le caratteristiche alle situazioni di lettura, affronterò ora un altro importante aspetto della testualità elettronica: la ‘resa’ del testo.

eReader e altri device. Un susseguirsi di generazioni

Il primo, seppur breve, successo degli eBook avvenne tra il 1998 e il 2001, soprattutto grazie alla prima generazione di lettori dedicati. Un secondo tentativo venne portato avanti attorno al 2004-2005, anni in cui si affacciò sul mercato una nuova tecnologia: l’ePaper. Negli stessi anni di uscita dei primi dispositivi di lettura dedicati, pensati per una fruizione lean back, e sulla scia dei palmari avviati a un’ibridazione con gli smartphone, altri device sembrano concorrere per sorpassare il formato libro cartaceo.

Le origini dell’eBook

Fu all’inizio degli anni Settanta che Alan Kay e Micheal Hart mossero, quasi contemporaneamente, i primi passi verso lo studio rispettivamente delle interfacce di lettura l’uno e la digitalizzazione e la codifica dei testi l’altro.

L’oggetto libro

Il mondo in cui viviamo è un prodotto della cultura del libro. I libri sono onnipresenti e il nostro vivere sociale è basato non solo sulla scrittura, ma sulla scrittura organizzata in libri.