
Il 19 marzo 2019 Dave Cramer, Senior Digital Publishing Technology Specialist presso Hachette Book, all’annuale conferenza Tech Forum & ebookcraft a Toronto, organizzata da BookNet, espone le sue idee (soprattutto critiche) nei confronti dell’evoluzione degli eBook verso le Web publication1.
Con un intervento dal titolo Group The Past, Present, and Future of Digital Publishing That Hasn’t, Isn’t, But May Still Meet the Promise of the Web, rimarca con forza quante incongruenze ci siano nel mondo dell’editoria digitale. Da una parte abbiamo un standard, l’ePub, che dalla fusione dell’IDPF e il W3C (ved. articolo), procede spedito verso un’evoluzione che non tiene presente del sistema che gli sta attorno, a cui necessariamente un “addetto ai lavori” deve sottostare, e dall’altra parte, appunto, tantissimi ingranaggi che non fanno nulla per stare al passo con le reali necessità – e nemmeno danno voce alle proprie.
Ma andiamo con ordine.
Lo standard ePub è in circolazione da diversi anni, e sin dal principio è stata una bella sfida (ved. quasi tutti i miei articoli sull’ePub). Creare un eBook in formato ePub3 non è difficilissimo; certo devi conoscere HTML5, CSS3 e magari qualche cosina di JavaScript, in caso di progetti editoriali interattivi. Il vero problema è che ancora oggi un eBook in formato ePub3 viene accettato da pochissime piattaforme (per essere positivi). E se poi togliamo quelle piattaforme che accettano file in ePub3 solo in caso di “libro interattivo con contenuti multimediali, audio e video, animazioni e mini game”, be’, rimane un: «Fallo in ePub2, tanto è la stessa cosa» come mi risposero una volta. Ma non è così.
Cosa cambia? Le potenzialità dell’ePub3 sono davvero incredibili in rapporto alle limitazioni dell’ePub2. Parliamo solo di aspetti puramente grafici. Un ePub2 riconosce solamente un sottoinsieme del CSS (in poche parole il linguaggio usato per definire la formattazione) mentre l’ePub3, essendo basato sul CSS3 rende possibile di realizzare grafiche e formattazioni davvero innovative (esempi di eBook in ePub3). Per capire, quasi tutta la grafica che si vede sui siti è grazie alle regole del CSS3, questo significa che un eBook potrebbe davvero diventare un «sito web in una scatola»2. Ma ancora non è sufficiente.
E qui torniamo a Cramer. Il summit a cui ha partecipato aveva come obiettivo quello di capire meglio chi deve e cosa bisogna fare per creare eBook in formato ePub accessibili, così da stabilire una precisa linea di condotta per dare supporto agli editori in caso di creazione di eBook per studenti e altri lettori con disabilità.
«If a book is produced correctly, it will work with a variety of assistive technology tools without requiring further intervention. To get to that point, we need to agree about what our standards are, and then build an understanding of the workflows that are most likely to result in meeting those standards. This is what we hope to do at our summit, and then present at ebookcraft 2019».
Al di là del preciso topic del summit, oltre a lasciare i link agli interi interventi, cui vale la pena ascoltare, riassumo qui di seguito alcuni dei punti interessanti che sono stati presi in esame.
Il futuro del Digital Publishing
Cramer inizia la giornata con una discussione sul futuro della lettura digitale. Dopo aver ricapitolato la storia degli eReader e dei vari formati di eBook, si è concentrato sulle opportunità che ci attendono. Cramer ha parlato schiettamente senza trattenere il suo disprezzo per la fissità di alcuni formati di eBook (principalmente gli eBook a layout fisso). Ha notato poi che anche i grandi editori producono eBook sbagliati e che, sebbene lo sviluppo degli eBook abbia fatto molta strada, ha ancora parecchi chilometri davanti anche solo per diventare qualcosa di davvero fruibile. Cercando poi di presentare questo fantomatico ePub43 (il nuovo formato ePub che avvicinerà gli eBook alle web publication e quindi ai bowser e al web), ha sostenuto che le pubblicazioni digitali si debbano sì spostare sul web, ma non troppo lontano dall’ePub.
Per chi crea eBook, quante volte è capitato ricevere mail di risposta all’invio del file con chiarimenti sull’apertura del file stesso? Quante volte abbiamo mandato il link di qualche programma di lettura da dover far scaricare ai nostri clienti o possibili clienti o chi per essi – a meno che non utilizzino Apple? Ormai siamo tutti abituati a non controllare più l’estensione del file che riceviamo per capire che programma utilizzare per aprilo; ci clicchiamo sopra e lo apriamo, punto. Questo naturalmente crea un blocco verso gli eBook; la tecnologia ha questo difetto, ci ha abituati a essere comodi e noi vogliamo essere comodi.
Il futuro della lettura digitale, continua Cramer, è la rimozione dei sistemi di lettura; tutti insieme. Le web publication dovrebbero essere prodotte in un formato compatibile con browser o BFF in modo che “funzionino bene” su tutti i dispositivi e le piattaforme, ma non devono renderci dipendenti dai tool per la loro creazione (eBook o web publication che sia). L’HTML è trasparente, lo si può comprendere facilmente, molti altri linguaggio che sono stati presi invece come riferimento per le web publication (JSON, per esempio) non lo sono affatto.
Da una parte stiamo migliorando nella creazione di eBook e dall’altra stiamo lavorando e sperimentando con i browser per rendere il web accessibile alle pubblicazioni digitali. Ma perché non fare entrambe le cose per un solo prodotto, invece di creare qualcosa di completamente nuovo da entrambe le parti?
E qui arriva l’ePub4. Ma sarà davvero così?
«Cosa odio dell’ePub?», Dave Cramer
- Il problema dell’interoperabilità.
Ciò che funziona in un sistema di lettura spesso fallisce in un altro. Alcune cose non funzionano da nessuna parte. Ci sono molti bug. - Quali nuovi contenuti possono essere creati con le pubblicazioni web? Il problema del collegamento.
Come si collega a un eBook? E tra eBook? Mi piacerebbe essere in grado di creare un URL che punti a qualcosa all’interno di un eBook. - Quali sono le esperienze dei nuovi utenti? Il problema dell’origine.
Gli ePub non hanno davvero origini, quindi non rientrano nel modello di sicurezza del web. Di conseguenza, spesso non è possibile utilizzare gli script, l’archiviazione locale è assente o non sicura, etc. - Il problema dell’impaginazione.
I browser non impaginano nativamente, quindi i sistemi di lettura devono hackerare multicolori o qualcosa del genere. Questo diventa difettoso e porta anche a problemi se si tenta di modificare il DOM con script. - Il problema della progettazione.
I CSS non ci consentono ancora di fare molte cose fondamentali per i media impaginati, come far fluttuare un’immagine nella parte superiore di una pagina. - Il problema della sostituzione.
I sistemi di lettura e le pubblicazioni sono talvolta in conflitto poiché gli stili vengono modificati per supportare l’impaginazione, la personalizzazione del lettore, le modifiche di default dei sistemi di lettura, etc. - La distanza dal web.
Il formato ePub è vicinissimo al web, ma non del tutto. Devi usare XHTML e molte delle potenzialità del web non funzionano. - Il problema di creazione.
È difficile creare buoni EPUB. La maggior parte degli strumenti disponibili è difettosa. E cosa dovrebbe creare uno strumento di authoring, visti i problemi di interoperabilità?
Altri interventi interessanti
Cosa rende un ePub accessibile?
Dopo il discorso ispiratore di Cramer, si passa ad alcuni dettagli sugli eBook. Shannon Culver di eBOUND Canada e Sabina Iseli-Otto di NNELS hanno parlato di ciò che è necessario per creare un corretto eBook (Who Does What to Make Great EPUB? How to Build an Airplane in Mid-Air). Se un eBook è realizzato correttamente dovrebbe essere il più accessibile possibile e dovrebbe essere sviluppato per durare. Ecco alcuni elementi che dovrebbero esserci sempre:
- Ci devono essere opzioni per la lettura
- Le vendite dovrebbero essere dirette a un pubblico scarsamente servito
- La versione accessibile deve essere pubblicata contemporaneamente a un libro stampato
- L’eBook deve essere reperibile (le versioni accessibili sono ciascuna da trovare)
- Rendilo inclusivo ed equo
- Tieni presente la connettività Internet
- Ricorda che esiste una responsabilità e responsabilità condivisa (da tutte le persone coinvolte)
Ma qual è lo stato degli eBook che troviamo in commercio e quali le sfide che stiamo ancora affrontando con il formato ePub?
- Mancanza di tag semantici
- Mancanza di numeri di pagina
- Testo alternativo appropriato per le immagini
- Indice rotto o incompleto
- Gli eBook a layout fisso sono inaccessibili (ved. la mia collana di eBook di fotografia a layout fisso)
- Ricerca e scoperta difficili
- Molti editori usano ancora il formato ePub2 rispetto all’ePub3
Non mi sorprende poi aver sentito che ancora oggi, in particolare per l’editoria accademica, il PDF è un formato diffuso per i testi digitali. I numeri di pagina sono molto importanti in campo accademico, il che è molto problematico di fronte alla possibilità del reflow degli eBook.
L’accessibilità dovrebbe essere accessibile.
Ciò sembra ovvio, ma per coloro che stanno cercando di creare pubblicazioni accessibili, le linee guida dovrebbero essere ampiamente accessibili e facili da trovare e seguire. Per chi fosse interessato, troverà nel video molte risorse da utilizzare per costruire eBook in formato ePub accessibili come il video di Laura Brady su Lynda.com. Un altro problema legato alla creazione di eBook corretti è che è necessaria una formazione continua, ma è un investimento importante per gli editori – o per i collaboratori editoriali sempre in cerca di lavoro; ogni riferimento…
Impaginazione nel browser, un tool
E arriviamo all’idea presentata da Nellie McKesson di Hederis: come costruire una piattaforma di produzione di eBook automatizzata. McKesson ha parlato di come la piattaforma Hederis consenta agli editori di creare pubblicazioni direttamente nel browser (basato su paged.js). A partire dal caricamento del file di testo, è possibile infatti creare online (e, in caso, modificare tramite inDesign) eBook in formato ePub o PDF.
Vi lascio la presentazione. A me non ha convinto, ma almeno ci si prova – la proverò prima di lasciare commenti a riguardo.
In conclusione… aspettiamo ancora.
Fonti & note
1. Una Web publication è “una raccolta di una o più risorse costitutive, organizzata insieme in un raggruppamento identificabile in modo univoco che può essere presentato utilizzando le tecnologie standard della piattaforma Web aperta”. In altre parole, una WP è: un insieme chiuso di risorse Web (pagine html con stili CSS e javascript, immagini, etc.), ciò che è necessario per esprimere l’ordinamento logico di queste risorse e i suoi metadati, incluso un identificatore globale per la pubblicazione. WP stands for Web Publication
2. EPUB3 Best Practices, 2013, O’Reilly
3. Il Working Group Charter (dell’IDPF) afferma che il formato ePub4 sarà un profilo delle Packaged Web Publications, ovvero una specifica delle PWP con alcune funzionalità aggiuntive specifiche per il settore editoriale (se presenti).
L’ePub4 dovrebbe diventare il formato di interscambio definitivo per gli eBook e altri tipi di pubblicazioni digitali mantenendo la maggior parte delle funzionalità delle versioni precedenti (se non tutte) – HTML5, CSS3, javascript, overlay multimediali, etc.
Con una certa cura e duplicazione delle strutture interne, sarà possibile per un editore rilasciare file ePub contemporaneamente compatibile con le versioni 2, 3 e 4 del formato. L’impianto interno non dovrebbe cambiare di molto e questa conversione sarà resa disponibile automaticamente dai sistemi di lettura (grazie ai lavori della Readium community).
Due le innovazioni importanti:
- Una soluzione per fumetti Web (e manga). A giugno del 2017 è stato creato un gruppo di lavoro interno all’EDRLab per preparare proposte al W3C rispetto a questo genere particolare; questo includerà le transizioni di pagina e molto altro.
- Una soluzione per gli audiolibri. Sempre a giugno del 2017 è stato creato un altro gruppo di lavoro interno all’EDRLab su questo argomento.