Ahimè, prima o poi, capita a tutti. Ebbene lo ammetto, sono rimasto indietro sul panorama dell’editoria digitale. Purtroppo non ho scuse, se non quella solita e noiosissima di aver avuto tanti e svariati lavori – in qualche modo bisognerà pur arrivare a fine mese.
Avendo finalmente un pomeriggio (semi)libero, sonnecchiando sul divano – seconda confessione – al riparo dall’afa e da qualsiasi disturbo che avrebbe rotto la mia guadagnata tranquillità, iniziai a sentire un rumore di sottofondo che a poco a poco riportò la mia fronte, quasi del tutto distesa, al suo ormai normale stato corrucciato.
«Ma poi, che fine hanno fatto W3C e IDPF dalla loro fusione?»
Quell’iniziale rumore, ormai chiaro e pulsante interrogativo, trovò la sua risoluzione in un titolo a dir poco SHOCK.
WHY SPECS CHANGE: EPUB 3.2 AND THE EVOLUTION OF THE EBOOK ECOSYSTEM
16 April 2018 by Dave Cramer | Posted in: Community and Business Groups, Digital Publishing, EPUB
E aiutatemi a dire shock.
Sì, perché nei miei mesi di latitanza dal mondo dell’ePub, effettivamente qualcosa – e non di poco spessore – è cambiato. A quanto pare W3C ha scosso talmente l’IDPF da realizzare una nuova versione dell’ePub 3; siamo approdati all’ePub3.2.
Prima di procedere, lasciate che vi riassumi l’evoluzione del formato ePub:
Era l’anno 2011 quando l’IDPF pubblicò per la prima volta le nuove specifiche del formato ePub passando dalla versione 2 alla versione 3.
L’anno 2014 portò poi alla luce la versione 3.0.1, ricordata sopratutto – per lo meno da me – per aver incrementato il formato con le specifiche riguardanti la creazione di eBook a layout fisso.
Ma fu nel 2016 che il gruppo di lavoro dell’IDPF iniziò a lavorare su una revisione profonda e sostanziale dell’ePub, la versione 3.1.
L’obiettivo era quello di avvicinare il formato ePub al resto della piattaforma Web (Fusioni controverse: IDPF annuncia importanti novità) e rendere le specifiche più semplici e facili da leggere. Il primo è stato fatto in parte cercando di rimuovere le funzionalità del formato ePub utilizzate raramente e che non facevano parte del www. Il gruppo ha anche chiarito la relazione con i CSS, passando da un profilo esplicito di proprietà supportate alla versione ufficiale del CSS data dal W3C, sempre in evoluzione. Ha fatto lo stesso con l’HTML facendo riferimento all’ultima versione, HTML5. Idee ambiziose molte delle quali non hanno visto la luce alla pubblicazione della nuova versione nel 2017 – poco prima della fusione col W3C.
Il 2017 e parte del 2018 è stato il tempo delle incertezze, tanto che si vociferava che sarebbe stata pubblicata una nuova e rivoluzionaria versione del formato ePub, la versione 4 – una delle tante fake news?
Ma il motivo del mio shock, in realtà, è addirittura un altro.
Riporto qui di seguito le parole di Dave Cramer 1:
ePub3 was a big deal, significantly different from, and better than, EPUB 2. Today there’s no reason to use ePub2, and yesterday is the best day to start producing ePub3.
Gentile Sig. Cramer, mi trova totalmente d’accordo con lei. Le differenze tra la v. 2 e la v. 3 del formato ePub sono enormi; ma è la frase successiva che mi ha portato a pensare di essere rimasto fin troppo indietro.
«Ieri è il giorno migliore per iniziare a produrre ePub3».
Perdonerete la mia criticità, ma ‘oggi’ è – purtroppo – troppo avanti per produrre ePub3, per lo meno in Italia. E la situazione in questi miei due mesi di assenza non è per nulla cambiata.
Molte applicazioni e device di lettura fanno ancora fatica a leggere le specifiche dell’ePub3. Molte piattaforme di distribuzione e vendita ancora mentono sull’accettare l’ePub3. Molti editori non sanno cosa sia il formato ePub3.
Questa è la situazione attuale e, sinceramente, tornarmene a sonnecchiare sul divano aspettando il cambiamento non mi sembra un’idea tanto malvagia.
Ma si deve continuare a far notizia e far girare le informazioni.
Continuando a leggere l’articolo si scopre che nemmeno oltralpe la situazione sia così avanti:
Unlike the web, the ebook ecosystem is highly dependent on formal validation. EpubCheck is the gatekeeper of the digital publishing world, the tool that verifies compliance with ePub standards. But EpubCheck is in trouble. It’s maintained by a handful of volunteers, and has almost no resources. There’s a backlog of maintenance work and bug fixes to do. Fifteen months after the release of ePub3.1, it still is not supported by EpubCheck, and thus no one can distribute or sell ePub3.1 through the major retailers. The Publishing Business Group is currently working to ensure EpubCheck’s future. Stay tuned!
Rallentamenti dunque, rallentamenti ovunque. Un grande peccato quindi che si continui a investire sullo sviluppo di un formato (standard!) e che questo poi debba rimanere un file scaricabile da qualche sito chissà dove nel www.
1 co-presidente del W3C’s ePub3 Community Group, membro del CSS Working Group e Senior Digital Publishing Technology alla Hachette Book Group.
Più che altro gli editori non fanno ePub3 perché sono convinti che l’unica differenza con la versione 2 sia la multimedialità. E purtroppo in questo errore cascano anche in pieno i service editoriali esterni. Un vero peccato.
Perfettamente d’accordo. Speriamo che qualcosa cambi presto!