Come è possibile intuire dalle specifiche finora descritte, a maggior possibilità multimediale e semplicità di creazione corrispondono molto spesso restrizioni in campo della distribuzione e della vendita.
Prima di analizzare la grande distribuzione e la grande vendita, occorre far riferimento a uno strumento che diventa fondamentale per la vendita degli eBook: il sito web dell’editore.
Per poter vendere i libri digitali dal proprio sito occorrerà — se già non la si possiede — predisporre una struttura di e-commerce appropriata, e naturalmente offrire l’opportunità di accedere al proprio catalogo attraverso delle schede promozionali per i libri.1
Il sito web riveste oggi per qualunque azienda un’importanza fondamentale per la promozione della propria attività. Per l’editore costituisce un’ulteriore possibilità di proporsi come creatore e diffusore di contenuti, appropriati ai settori editoriali ricoperti e alle aree di specializzazione che lo riguardano. Di certo non ci si può permettere di improvvisare un sito senza un’attenta pianificazione: anche questo strumento deve essere progettato con cura, in modo da rispecchiare l’identità dell’editore nella maniera più efficace.
Oltre al sito web, l’editore può servirsi di canali di distribuzione che, dietro una percentuale trattenuta dalla vendita — o altri obblighi dichiarati all’interno del contratto stipulato —, garantisce innanzitutto una maggiore diffusione in rete dei contenuti.
Nel mondo anglosassone, i principali distributori del mercato sono il colosso Amazon, Barnes & Noble, Apple e Google Play Books, cioè negozi online che gestiscono direttamente i cataloghi digitali degli editori, accorpando all’interno dello stesso sito la funzione di immagazzinamento e quella di vendita. In Italia la questione è un po’ più complessa: invece della sola piattaforma di vendita, esiste una separazione tra le piattaforme di vendita e quelle di distribuzione.
Le piattaforme di vendita sono i siti di e-commerce su cui si possono acquistare libri in formato elettronico (oltre ad altri prodotti): i già noti LaFeltrinelli, IBS e BOL e i meno famosi Simplicissimus, Bookrepublic e Biblet. Allo stesso modo di qualsiasi libreria ‘fisica’, queste piattaforme di vendita devono rifornirsi di libri, in questo caso digitali — il rifornimento avviene tramite le piattaforme di distribuzione.
Oltre a fungere da ‘magazzino virtuale’, le piattaforme di distribuzione offrono agli editori alcuni servizi fondamentali: si occupano di creare eBook in formato ePub partendo dal PDF usato per la stampa e di aggiungere DRM per la protezione elettronica, offrono strumenti di archiviazione dei titoli e statistiche sull’andamento delle vendite.
Diversi sono invece i servizi offerti dalle piattaforme di distribuzione. Al momento, le piattaforme italiane sono quattro: Stealth, promossa a fine 2009 da Simplicissimus Book Farm., dalla fine del 2010 Bookrepublic, realizzata da DigitPub srl e partner per la piccola e media editoria, Biblet di Telecom Italia e infine Edigita, voluta da GEMS Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, RCS e Feltrinelli, ma rivolta a tutti gli editori che vi vogliano aderire. Le prime due distribuiscono soprattutto eBook di editori medio-piccoli. Per il resto, la situazione è polarizzata: Biblet si rivolge prevalentemente agli editori del gruppo Mondadori, Edigita a quelli dei gruppi GEMS, Feltrinelli e RCS.
Nonostante il sistema della doppia piattaforma, quando tutto funziona per il meglio l’utente che acquista un eBook su LaFeltrinelli, ad esempio, non deve accorgersi dell’esistenza di due siti che si interfacciano: l’organizzazione commerciale e la struttura informatica che stanno dietro l’atto di acquisto sono complesse, ma l’operazione in sé deve essere il più possibile semplice per non scoraggiare i potenziali lettori.2
Nondimeno, un editore italiano può servirsi dei bookstore presentati per il mondo anglosassone i quali permettono la vendita anche in Italia. iBookstore di Apple è disponibile in Italia dalla seconda metà del 2010, il sito di e-commerce amazon.it ha lanciato la vendita di eBook e eReader a Natale del 2011, e infine Google, che nel maggio del 2012 ha ribattezzato il suo Android Market, ampliandolo ai contenuti librari, Google Libri.
Come si è descritto precedentemente, le possibilità di distribuzione sono tuttavia vincolate allo strumento col quale è stato creato l’eBook. Nei casi di Calibre, Sigil o InDesign, l’editore, possedendo il proprio prodotto, ha la possibilità di distribuirlo servendosi dei canali finora descritti senza limitazioni. Casi differenti invece per i prodotti creati con altri strumenti; a seconda dei casi, avranno delle limitazioni dal punto di vista tecnico o di licenza.
Come si può vedere, dunque, la questione dell’eBook è piuttosto articolata: si tratta di un prodotto dalle mille sfaccettature tecniche e commerciali, che ovviamente hanno ripercussioni importanti sul modo in cui l’eBook viene percepito dagli editori italiani, dai lettori e sulle loro scelte presenti e future.
Fonti
1 Cfr. Letizia Sechi, Realizzare un libro digitale, Cap. 4 in Letizia Sechi, Editoria digitale (Pocket), Apogeo, 2010
2 Cfr. Francesca Cosi e Alessandra Repossi, Che cos’è e come funziona l’e-book
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