Prima di considerare alcuni degli strumenti per la creazione di eBook, è necessario prendere in esame un aspetto importante nel campo delle tecnologie che potrebbe influenzare in futuro l’editoria digitale: le mobile application.
Un’applicazione mobile — nota anche con l’abbreviazione app — è un’applicazione software dedicata ai dispositivi di tipo mobile, quali smartphone o tablet.
Da quanto emerge dal report della società di ricerca californiana App Annie, nel 2015 il profitto derivante dalle applicazioni è stato pari a 41,1 miliardi di dollari, stimando per quest’anno un aumento del +24%. Secondo la App Annie, la crescita delle app sarà legata soprattutto agli acquisti di smartphone in alcuni mercati emergenti. Il Messico, il Brasile, la Turchia, l’Indonesia, la Cina e soprattutto l’India sono i paesi in cui le vendite di smartphone saranno più che soddisfacenti. Attualmente sono loro i maggiori responsabili dei ricavi lordi provenienti dalle applicazioni: 28,3 miliardi di dollari. Molto meno rispetto all’intero continente americano (13,1 miliardi) e ai 9,5 miliardi dell’Europa, Medio Oriente e Africa. Anche sul fronte download le previsioni sono molto positive. Lo scorso anno sono stati registrati 111,2 miliardi di download. Quest’anno è previsto un aumento del +33% (147,3 miliardi). Un aumento costante che, secondo la società di ricerca californiana, si attesterà a quota 284,3 miliardi nel 2020.1
Un mercato questo tutto nuovo e in crescita che ha colpito anche il mondo dell’editoria digitale mosso dal forte potere che smartphone e tablet hanno acquisito.
Da qualche anno infatti è possibile trovare eBook in formato app all’interno degli app store. Si tratta di libri digitali multimediali e interattivi in formato app chiamati ‘bookapp’ — ancora oggi però non esiste una definizione precisa. Queste bookapp, lavorano soprattutto sulla dimensione ludica del testo, cambiando totalmente il ritmo e il metodo di lettura. Per questo motivo ad aprire la strada dell’editoria su app sono soprattutto l’editoria scolastica e quella rivolta ai bambini e i fumetti, tanto che quest’anno è stato indetto un concorso di idee ‘BitBuk. Nuove storie per nuovi modi di leggere’. Il concorso intende promuovere progetti di letteratura per l’infanzia nel settore digitale sostenendo innovativi prodotti editoriali per bambini. Il bando richiede ai partecipanti di realizzare un libro digitale multimediale e interattivo in formato app, rivolto alla fascia d’età 0-14.2
Un altro esempio tutto italiano di bookapp, ma di altro genere, nasce all’interno della casa editrice Contrasto. Si tratta dell’applicazione ‘Great Photographers’ una collana «che offre un approccio completamente nuovo all’opera e alla vita dei grandi fotografi, un’alternativa ai modi di lettura della classica monografia cartacea. Un nuovo modo di pensare la fotografia. Un nuovo modo di vederla, di comprenderla, di viverla.» [Contrasto]
Contrasto inaugura questa collana di App nel 2011 con la collezione di immagini celebri e meno note di Mario Giacomelli. Al suo interno si possono trovare inoltre interviste, saggi critici, la biografia del fotografo e molto altro. All’interno di questa app sono compresi documenti inediti, contributi video e audio, interviste con protagonisti e soprattutto alcune ‘lezioni di fotografia’ create a partire dalle sue immagini. Infine, una mostra virtuale di una sala espositiva per percorrere le serie concepite dal maestro di Senigallia esattamente come lui le aveva progettate.
«Un modo nuovo e completo di conoscere e di vivere la fotografia», certo, ma limitato ai possessori di sistemi iOS — iPhone, iPad e iPod touch — e vincolato all’account, o in casi particolari ‘alla famiglia’3, con cui è stata acquistata l’app.
In questo caso la scelta non dipende esclusivamente dal prodotto che si vuole realizzare, ma comporta necessariamente delle problematiche aggiunte.
La prima sostanziale differenza tra un’app e un eBook riguarda la sua accessibilità. Come si è descritto precedentemente, un eBook con formato non proprietario nasce per essere letto da device differenti. Un’applicazione invece viene sviluppata sulla base della tecnologia che è destinata a ospitarla — principalmente, oggi, per Apple, Microsoft e Android. I contenuti e quello che serve per farli vedere e utilizzare dall’utente stanno insieme, in una modalità che è pensata per funzionare esclusivamente sullo store a cui viene destinata.
Le cosiddette bookapp sono spesso più ricche di funzionalità proprio perché il ‘reader’ è costruito ad hoc insieme al contenuto, e per questo risponde perfettamente; invece un eBook tiene conto della capacità ‘media’ dei reader con cui verrà letto e deve assecondarne i limiti.
Le app, gli ebook e gli ebook ePub3, mamamo.it
Per la larga circolazione dei libri e per l’accessibilità diffusa non è una differenza da poco. Una app viene collocata in un perimetro definito da una multinazionale, la quale decide autonomamente come deve essere fatta e come può essere utilizzata. Un eBook, in formato ePub, invece, sarà sempre più definito da regole internazionali condivise.
Nonostante sia ritenuta ideale per contenuti che richiedono dei layout fissi e una grande interattività, un’app risulta essere molto più complessa e costosa da sviluppare di un eBook. Se infatti l’editore può, nel caso scelga di creare un eBook, servirsi di un software accessibile, nel caso dell’app dovrà farsi aiutare da uno o più programmatori, se non possiede le conoscenze informatiche necessarie al suo sviluppo. Essendo infatti le app dei software, devono essere scritte in un linguaggio di programmazione adatto al dispositivo sul quale devono funzionare. Per sviluppare app per iOS è necessario utilizzare XCode, mentre le applicazioni Android sono in genere sviluppate in Java, utilizzando il software Android Kit di sviluppo.
Ultimo dato importante riguarda i costi di produzione e di distribuzione. Se per un eBook è possibile spendere ‘solo’, come si descriverà successivamente, per la pubblicazione su una piattaforma di distribuzione, sviluppare una mobile app nativa è molto più caro. Inoltre, il prezzo salirà di pari passo con il numero di piattaforme che si intende raggiungere. La scelta della piattaforma ricopre infatti un ruolo centrale anche nel posizionamento di mercato rispetto a una certa categoria di clienti.
All’interno dei costi di sviluppo bisogna includere poi il prezzo di promozione e marketing della mobile app. Allo stesso modo bisogna considerare i costi amministrativi e i costi di mantenimento, come le attualizzazioni e l’accesso ai mercati. Ad esempio, il permesso per pubblicare applicazioni nell’App Store della Apple è intorno ai 99 euro annuali. Da una base di 1500 euro per le app più semplici come ad esempio app ideate a supporto di una singola campagna pubblicitaria di un’impresa, è possibile arrivare a dover investire 100.000 euro per i giochi mobile.
Informarsi prima di scegliere è importante.
Fonti
1 App Annie Mobile App Forecast: The Path to $100 Billion
2 Il concorso è promosso dal Cepell – Centro per il Libro e la Lettura, da Fondazione per Leggere e da Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano, in collaborazione con Le Letture di Biblioragazzi e Mamamò.it e con il sostegno di Fondazione Politecnico, e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e. De Agostini Libri. Per maggiori informazioni, Mamamò.it
3 Condivisione con ‘In famiglia’ dei contenuti acquistati, Supporto Apple
Carlo Mazzucchelli, App Marketing: lo sviluppo non è che l’inizio, Delos Digital, Milano, 2015
I grandi fotografi — the great photographers where art and technology meet, Contrasto
Le app, gli ebook e gli ebook ePub3, mamamo.it