Il libro è il risultato di una serie di rotture storiche e di secoli di perfezionamenti; la sua lunga storia è dominata da un obiettivo costante, che diventerà sempre più chiaro nel corso del tempo: dare al testo un supporto perfettamente maneggevole e che imponga i minori ostacoli possibili tra il lettore e la ’materia da pensare (o da sognare)’ del testo.
Stanislaw Lem, Ritorno dall’universo
Accanto al libro come interfaccia di lettura si sono evolute nel tempo da un lato forme di gestualità e dall’altro modelli di distribuzione e vendita del libro considerato come un prodotto commerciale.
Proprio perché il libro è sempre stato considerato anche come un oggetto e soprattutto come un oggetto in continua evoluzione, moltissime sono state, e continuano a essere, le innovazioni tecnologiche che hanno trovato applicazione non solo nel campo della produzione, ma anche in quello della distribuzione, lettura e conservazione dello stesso.
Il libro elettronico
A oggi, all’apice di quest’evoluzione, troviamo il libro elettronico. A livello teorico, si può definire come un testo elettronico che dal punto di vista della forma testuale si riallaccia all’eredità della cultura del libro e dal punto di vista della fruizione può essere utilizzato attraverso dispositivi di lettura e interfacce software capaci di permettere una lettura agevole nelle stesse situazioni di fruizione in cui potremmo leggere un libro e senza far rimpiangere il supporto cartaceo dal punto di vista sia dell’ergonomia che dell’usabilità.
Gino Roncaglia lo definisce «un testo strutturato, ragionevolmente esteso, compiuto, opportunamente codificato, e di norma accompagnato da un insieme di metadati descrittivi, organizzato per una lettura parzialmente lineare attraverso una interfaccia patinata».
Bisogna comunque aggiungere che il libro è sempre stato considerato anche un «oggetto ibrido». La parola ‘libro’ è infatti viziata da un’ambiguità lessicale tale per cui allo stesso tempo indica un prodotto intellettuale in forma scritta e un supporto materiale, fatto di fogli di carta rilegati insieme, su cui l’opera intellettuale è registrata, conservata e tramandata. Di questa dipendenza tra supporto e forma è macchiata anche la parola eBook.
Imprecise and inconsistent terminology has been a major source of confusion in the hype over e-books, and an obstacle to disentangling the issues involved. It is essential to distinguish between the idea of a digital book and a book-reading appliance. A digital book is just a large structured collection of bits that can be transported on CD-ROM or other storage media or delivered over a network connection, and which is designed to be viewed on some combination of hardware and software ranging from dumb terminals to Web browsers on personal computers to the new book reading appliances. Digital books cover a wide spectrum of material, ranging from literal translations of printed books, created by scanning pages or generating a PDF file, to complex digital works that are the intellectual successors of certain genres of book-length works, but which cannot be reasonably converted back into printed form.
Clifford Lynch, The Battle to Define the Future of the Book in the Digital World
È tuttavia possibile che quest’ambiguità, richiamo alla parola libro, si sia palesata nel momento in cui ‘libro’ e ‘eBook’ sono venuti a coincidere, poiché, fin dalla nascita, come sarà approfondito in altri articoli, nell’ambito digitale contenuto e device sono sempre stati separati.
Fonti
Stanislaw Lem, Ritorno dall’universo, Garzanti, Milano, 1975. Si è tratto il passo dal sito Technovelgy
Robert Darnton, Il futuro del libro, Milano, Adelphi, 2011
Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Roma, Edizioni Laterza, 2010
Frédéric Barbier, Storia del libro: dall’antichità al XX secolo, Bari, Edizioni Dedalo, 2004
Clifford Lynch, The Battle to Define the Future of the Book in the Digital World, First Monday, vol. 6, n. 6, 2001